Al bivio: guarda a Cristo
Se poi qualcuno ti dicesse altro o altro ti suggerisse che sia di impedimento alla tua perfezione e sembri contrario alla vocazione divina, pur dovendolo rispettare, non seguire il suo consiglio, ma abbraccia, vergine povera, Cristo povero (FF 2878).
Agnese si trova ad un bivio, deve scegliere: il Papa Gregorio IX la invita a mantenere alcuni terreni che garantirebbero il sostentamento delle sorelle. Lei ne è la madre, alle sue mani è affidata la loro custodia. Che fare? Accettare e vivere “assicurata dalle preoccupazioni”? Oppure non accettare l’offerta fatta dal papa, dal Papa in persona? E come dire “no” al Papa?
La risposta di Chiara è tenera e ferma. Due punti sembrano spiccare.
Il primo: “pur dovendolo rispettare” fa trasparire la premura e l’attenzione di Chiara a separare l’uomo da ciò che dice, fa o invita a fare. L’atteggiamento di Gregorio IX era di cura e sollecitudine, il suo proposito quello custodire le monache boeme. E l’uomo come tale è da rispettare (amare, direbbe Gesù) sempre.
Ma “non seguire il suo consiglio” aggiunge Chiara, perché è “contrario alla vocazione divina”, è un ostacolo, impedisce di abbracciare la povertà. Anzi, mi correggo, non la povertà, bensì Cristo povero. Questo il secondo spunto di riflessione: non un ideale, non un’astrazione, non un traguardo da raggiungere, ma Cristo povero. Un uomo. L’Uomo, da abbracciare. Chiara sa che solo nell’abbraccio con Cristo povero è possibile trasformarsi.
Agnese è al bivio e Chiara le fornisce un’indicazione nitida: il suo dito è puntato a Gesù crocifisso.
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